SEMINARIO I.C.S.A.T. Ancona – 8 maggio ’99
Esperienze di Training Autogeno Superiore e di T.A.

Nel partecipare agli iscritti assenti dell’ IC.S.A.T. i temi fondamentali emersi durante il Seminario Annuale svolto in Ancona a Maggio ’99 e nel ricordarli ai presenti, partirò da alcune considerazioni generali per poi esporre i singoli contributi.

Tutti i lavori presentati hanno affermato:

1) il Training Autogeno va considerato come un modello di psicoterapia e non una tecnica di rilassamento,

2) a partire dal fondatore J.H. Schultz il metodo si è evoluto integrandosi con altri modelli psicologici e psicoterapeutici.

Espongo gli interventi in ordine di presentazione.

G. Gastaldo ha presentato un sondaggio su 410 soggetti che hanno effettuato approcci psicoterapeutici di diverse metodologie per conoscere il loro parere sull’ efficacia della psicoterapia. In una visione d’insieme, i ricercatori hanno constatato che i170-80% delle risposte hanno riscontrato un risultato positivo dal lavoro psicoterapeutico.

C. Widmann, partendo dalla lezione di Magritte, ha ribadito con forza che il T.A. non è una tecnica di rilassamento, ma un modello di psicoterapia. E’ necessario perciò focalizzare l’ attenzione sul fatto che esso epistemiologicamente si fonda su una teoria della personalità, su una teoria del metodo e su un apparato tecnico codificato.

L. Masi ha presentato l’ Abreazione Autogena quale metodo psicoterapeutico molto efficace, idoneo alle patologie della nostra epoca. Il dispiegarsi dell’ A.A. secondo un “programma tematico del cervello” sposta l’ ottica terapeutica dai contenuti ai processi psicosomatici che puntualmente si svolgono trasformando la “psicoterapia a due” in una sostanziale “autoterapia”.

V. Berti ha trattato il tema: l’ inconscio ed il mondo delle immagini, ribadendo l’ importanza, dal punto di vista clinico, dell ‘ indagine psicoanalitica attraverso il T.A.S.. Ha quindi sottolineato la potenza dell’ immagine vista in stato autogeno rispetto all’ immagine evocata con la parola in stato di veglia.

Romanelli ha presentato un caso di cistite psicosomatica trattato con la metodica del “Doppio Binario”, comprendente l’uso del T.A. e di un colloquio strutturato seguendo gli indirizzi della terapia relazionale sistemica.

C. Grimaldi ha comunicato alcune riflessioni su una personale ricerca che cerca di ridefinire la psicoterapia Autogena nella coscienza di sé. II metodo è stato suddiviso, a scopo didattico, in tre momenti:

1) la presa di coscienza del sé;

2) la ricerca di senso (Percorsi di senso);

3) la conoscenza di sé come autocoscienza.

D. Grieco ha presentato il concetto di Pedagogia che si definisce clinica nell’ approccio alla persona nella sua specificità e complessità all’ interno del quale si colloca la relazione d’ aiuto pedagogico. L’inserimento del T.A. è utilizzato in questo intervento quando si verifichino le situazioni di stress e/o di disagio relative alla quotidianità, alla scuola, alla famiglia, ai rapporti interpersonali.

Infine sono state presentate alcune esperienze di T.A. in un gruppo di donne adulte (C. Grimaldi), nei pazienti affetti da HIV (P. Castelli) e nelle alcoldipendenze (M. De Rosa).

II pubblico, non numeroso, ma attento e partecipe, ha sottolineato i temi importanti del Seminario in un breve dibattito conclusivo.

di Grimaldi Carmine