La rifondazione

Protagonisti del salto di qualità sono Gastaldo, prima vicepresidente e poi Presidente dell’Icsat e Widmann poi nominato Direttore nel 1991.

Gastaldo proviene dalla scuola di Wallnofer e con Miranda Ottobre ha già fondato l’AIRDA (Associazione Interdisciplinare Ricerca e Didattica sull’Autogenicità). Widmann è un analista junghiano che ha approfondito la conoscenza della psicoterapia autogena nei paesi mitteleuropei, oltre che con Wallnofer, con allievi diretti e colleghi di Schultz: G. Krapf, R. De Bousingen, K.R. Rosa, G. Barolin, V.E. Frankl.

Sotto la sua direzione l’ICSAT intraprende un intenso percorso culturale e di ricerca teso a sviluppare le intuizioni psicodinamiche di Shultz, a strutturarle entro un quadro metapsicologico organico, a dare identità propria e fondamento epistemologico alla psicoterapia autogena.

Primo step fu l’avvio di un percorso formativo per Didatti (1996), destinati a promulgare la pratica ortodossa del training autogeno e a sviluppare le specificità della psicoterapia autogena.. Tra i partecipanti a quel corso vanno ricordati almeno Carmine Grimaldi, fondatore in Ancona del Centro di Psicologia Dinamica e Walter Orrù, che al modello psicologico dell’ICSAT ispirò la “Scuola di Cagliari”, prima e attualmente unicascuola di specializzazione in psicoterapia autogena (o bionomica) riconosciuta dal MIUR (2001).

Venne avviata anche la traduzione di opere inedite in italiano, prima fra tutte Psicoterapia bionomica (2001), il lavoro di Schultz forse più importante sul piano metapsicologico, la cui edizione italiana fu curata da Orrù e Ottobre.

La formazione junghiana di Widmann orientò alla valorizzazione di quelle intuizioni di Schultz che sono singolarmente convergenti con assunti di C.G. Jung, per esempio la comune concezione olistica dell’individuo, che Schultz descrive come “totalità unitaria”; l’attività autogena dell’organismo, assimilabile all’autopoiesi psichica descritta da Jung; il concetto di “sé immanente”, la cui accezione è analoga al Sé di Jung o l’assunto di “principi bionomici” che reggono la dinamica del vivente e che sono straordinariamente affini ai principi archetipici della psicologia analitica.

Per approfondire gli assunti concettuali e affinare il quadro teorico della psicoterapia autogena, accanto ai seminari annuali Widmann inaugurò una serie di convegni a cadenza biennale, di cui si assunse personalmente la segreteria scientifica. Nell’interazione con figure insigni della psicologia italiana e straniera e in particoplare dell’analisi junghiana, la psicoterapia autogena profilò in maniera più nitida la propria identità e rinsaldò la propria dignità di sistema psicoterapico.

I temi dei seminari annuali e dei convegni biennali costituiscono altrettanti capitoloi della psicoterapia autogena e un modesto contributo che l’ICSAT offre alla più vasta comunità psicologica, La fortunata sinergia con le Edizioni Magi consentì la pubblicazione pressoché integrale dei testi presentati ai “convegni di Ravenna”.

Fin dai suoi inizi l’ICSAT partecipò alle riunioni e alle attività internazionali dell’ICAT, prima tramite il presidente Bazzi, che dell’ICAT era membro riconosciuto per l’Italia, e poi direttamente, quando l’ICAT accolse al proprio interno società scientifiche, oltre che persone fisiche. Coerentemente con gli obiettivi di questo organismo internazionale, l’ICSAT non si propone come scuola di specializzazione , ma promuove la conoscenza e la diffusione del training autogeno in modo trasversale, tutelando l’ortodossia del metodo sul piano pratico e sviluppando un modello epistemologicamente fondato sul piano teorico. L’imminente pubblicazione di “raccomandazioni” a valore internazionale (propedeutiche a “linee guida” per l’applicazione del training autogeno) su autorevoli riviste scientifiche in lingua inglese è testimonianza autoevidente dell’impegno dell’ICSAT in quest’ambito.