– Il senso del movimento nelle varie fasi della vita
– Gli ostacoli al movimento
– I risultati della mancanza di movimento
– I risultati dell’allenamento al movimento

Le telecomunicazioni permettono di essere allacciati al mondo intero muovendo uno o al massimo due pollici. ISTAT 2014: “29 milioni (48,6% della popolazione) di persone ogni giorno effettuano spostamenti per recarsi sul posto di lavoro o di studio; in 10 anni sono cresciute di circa 2,1 milioni.
…Scende la quota di coloro che impiegano “fino a 15 minuti” (58,7% nel 2001, 55,1% nel 2011) … aumentano le quote di chi ha tempi di percorrenza tra i 16 e 30 minuti (da 24,8 a 26,4%) e oltre i 45 minuti (dall’8 al 10,7%)… L’automobile resta la scelta più diffusa… il 3,3% va in bicicletta.
Insomma la nostra società avalla la tendenza del cervello a fare poca fatica, scegliendo la minor fatica nell’immediato. Il nostro cervello si è evoluto per questo, le nostre strutture più profonde scelgono la poltrona piuttosto che il camminare.
Quali sono le conseguenze di questo? Stiamo meglio o peggio rispetto a quando ci si doveva muovere di più?
Come sempre, rifuggendo da prese di posizioni superficiali, AIRDA propone un percorso che, dalle ricerche scientifiche in ambito neurobiologico approda a conseguenze interessanti sia nella gestione della propria vita individuale, che della salute della società.
Il risparmio in Sanità Pubblica può avvenire attraverso la promozione della salute e questa è possibile attraverso la conoscenza.
Il destino medico e psicologico di ciascuno di noi non è solo nelle mani della medicina, del fato, del DNA, dell’ambiente. È largamente determinato dalla conduzione della nostra vita.
Conoscere i meccanismi con cui questo avviene ci permette di scoprire i segreti per una vita lunga e piacevole quanto possibile.
AIRDA vuole condividere queste conoscenze e ringrazia chi la sostiene.
Chiara Da Ronch ed Ernesto Gastaldo conducono da molti anni eventi culturali che traggono dalle ricerche neuroscientifiche indicazioni pratiche in ambito di salute e malattia, riuscendo a trasportare la complessità e la completezza della ricerca scientifica medica e psicologica mondiale ad un linguaggio comprensibile e non superficiale, che permette di appassionarsi a noi stessi.