Perché gli uomini fanno la guerra: un punto di vista psicologico
Relatore: dr Giovanni Gastaldo
Accompagnamento musicale (improvvisazioni): Ilaria Valent

Domenica 12 febbraio 2017 h.10-13
Salone Barchessa di Villa Serena
Via G.B Cicogna 45
Paderno di Ponzano Veneto (TV)
Ingresso libero

Ci sono cause alla base delle guerre che tutti conosciamo: sono quelle politiche, sociali, economiche come l’acquisizione di territori, manodopera a costo minimo (schiavi o altri non etichettati con questo nome, ma che in pratica lo sono), fonti di energia  (carbone, petrolio, uranio ecc.), acquisizione di potere o dei suoi simboli (oro, argento, pietre preziose ecc).

Non tratteremo di queste cause proprio perché conosciute dai più; la relazione invece verterà sulle ipotesi del perché l’essere umano è INCLINE a risolvere (complicandoli e peggiorandoli) i problemi dei singoli e delle popolazioni attraverso la distruttività e la guerra.

L’uomo è incline alla distruttività e alla guerra perché spinto da pulsioni istintuali? (Freud, Lorenz)

Lo è perchè è affetto da uno «schock primario inconscio» dato dalla  presa di coscienza del proprio destino di morte? (De Marchi).

Oppure è dovuto a orientamenti socio-politico-culturali che certe popolazioni umane hanno imboccato nella difficile ricerca di come vivere? (Fromm).

Una recente teoria (Ruffin) prende in considerazione l’apporto genetico: è stato scoperto da diversi ricercatori universitari un gene che porterebbe molti uomini ad essere egoisti e quindi dimentichi di esser membri di una comunità e che solo nel benessere di tutti può veramente realizzarsi il proprio.

Ognuna di queste teorie certamente contribuisce ad arricchire la conoscenza del perché l’uomo è INCLINE ad essere aggressivo e a risolvere le vertenze internazionali con le guerre.

Il tentativo ora può essere  quello di recuperarle per una visione più ampia che le comprenda.

Per ulteriori informazioni su attività A.I.R.D.A. in  www.airda.it
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